mercoledì 30 aprile 2014

Attilio Manca - La prostata di Provenzano

Medici di belle speranze, di Adele Musso

Quarantaquattro anni, un uomo intelligente, professionalmente affermato, una moglie e dei figli, la gioia dei miei genitori. I nonni ringiovaniscono quando hanno bambini tra i piedi, li amano più dei figli stessi. Li vedono poco perché viviamo distante, già la mia professione di medico mi ha portato lontano dalla Sicilia. Sono un luminare della medicina. All’inizio della mia carriera nessuno poteva eguagliarmi, operazioni in via laparoscopica dei tumori alla prostata, tecniche all’avanguardia per quelle malattie che incancreniscono i corpi sani e che si diffondono in silenzio, che resistono anche al denaro. Il mio fiore all’occhiello.

mercoledì 23 aprile 2014

Mafia e pallone: Omicidio Parisi

Mafia e pallone. L'omicidio di Roberto Parisi: 23 febbraio 1985

La data del 23 febbraio 1985, è uno dei tanti pugni allo stomaco che un siciliano onesto abbia mai ricevuto. Quel giorno la cronaca nera racconta di un nuovo omicidio eccellente a Palermo. Alle nove del mattino, un agguato mafioso uccide Roberto Parisi, 54 anni, ingegnere, presidente del Palermo calcio e titolare di “ICEM”, società che ha in mano l'appalto dell'illuminazione pubblica in città. La sequenza dell'attentato è tremenda. Teatro ne è la periferia settentrionale del capoluogo siciliano, lungo la strada che corre parallela alla via dell'aeroporto, nella zona tra Partanna-Mondello e Tommaso Natale. Roberto Parisi a bordo della FIAT 131 guidata dal suo autista Giuseppe Mangano di 38 anni, si dirige verso la sua azienda.

mercoledì 16 aprile 2014

Strage di piazza Scaffa - Mario Prestifilippo - Omicidio Bosio



La strage di piazza Scaffa

"Giovane, muovi il culo e porta altre birre", mi urla quel grassone seduto in fondo. Per terra non ci sono le piastrelle di terracotta come quelle di casa mia, non c'è neanche legno, tufo o brecciolino, solo paglia con terra umida e fredda e sporca, con letame di cavalli, pecore, cani, con foglie e cocci di vetro. Camminiamo su questo. Loro sono maiali stravaccati, con le pance gonfie di birra e scoperte, gli striminziti maglioni di poliestere non ce la fanno a contenerle. Seduti su casse di plastica. Grasse risate si sentono. Il tono dello loro voci è insostenibile. 

mercoledì 9 aprile 2014

Placido Rizzotto - Luciano Liggio - Michele Navarra

Placida terra

Placido Rizzotto
Uscì quella mattina che sentiva ancora il sapore di caffè nella bocca e si leccava le labbra ancora calde della tazzina. E si aggiustò i baffi prima di tirare la sigaretta mattutina. Di lavoro ancora ce n’era e non poteva fermarsi. Certo due orette ancora poteva dormire ma c’era abituato lui a dormire poco. Tutte le aveva passate e la cicatrice sul braccio glielo ricordava ancora. Liberare le terre da quei crucchi bastardi non era stata una passeggiata. E non si fermava perché da liberare c’era ancora la sua di terra. Quella che calpestava sotto coi suoi piedi, che gliela avevano rubata a lui e alla sua gente. I Borboni furono, lui lo sapeva. E quella femmina nera, la draga, valeva più di tutti gli eserciti crucchi che poteva immaginare.

lunedì 7 aprile 2014

Omicido Montana: Morte e funerali di Salvatore Marino

«Cos’è la Chiesa senza il male?»- Leonardo Sciascia.


Ancora ve lo devo dire? Mi chiamo Salvatore Marino sono nato a Palermo, sono dello Sperone. Sono un calciatore, uno bravo. Il mister mi dice segna ed io segno, mi dicono fai questo ed io lo faccio. Sempre ho fatto quello che mi dicevano di fare. Poi viene l'estate e faccio pure le immersioni. 
Senza bombole commissario, lo vede che sono forte, io ho fiato da vendere. Mi chiamano Big Jim come la bambola, il mascolo però.
Ancora? Ma come ve lo devo dire in arabo? Mi chiamo Salvatore, solo a pallone so giocare. I soldi? Me li diedero per fare goal, io a Pinuzzo Greco non lo conosco, io mai gli telefonai per dirgli che il commissario Montana era a mare.