Stiamo per affrontare questioni non molto piacevoli.
Tipico luglio. Un cane grosso e nero per strada vaga annoiato. Si avvicina ad un viandante. Passa e ‘ddrà, nun ci rumpiri ‘a minchia.
(Più in là, oltre l’autostrada e il promontorio, dietro la coltre fitta di buganvillee e alberi di limoni, dietro le mura di una casa non intonacata, dietro la porta della cucina, un polpo. È ancora vivo, un po’ stordito, è stato pescato già da un paio di ore. Una mano abile lo afferra per la testa e lo cala nell’acqua che bolle. La pelle viscida si ustiona, i tentacoli si imbizzarriscono. La mano abile risolleva il polpo e lo immerge un’altra volta. La resistenza è strenue. Alla terza immersione il polpo è ormai morto. Una presa di sale. Coperchio alla pentola che riprende la sua ebollizione.)